I serial killers sono la peggior specie di assassini.
Essi violano il diritto alla vita per il solo piacere personale, e talvolta per la ricerca di una notorietà che dia senso alle loro altrimenti vuote ed insignificanti vite.
Un approccio scientifico garantisce la diffusione di una cultura che ci permetta di reagire in modo radicale ed immediato alla diffusione di questo fenomeno.
Dobbiamo essere più forti, più veloci, più preparati di loro.
Dobbiamo stargli un passo avanti, guardarli dall'alto.
La nostra unica arma è la conoscenza.
(David Papini)

lunedì 19 gennaio 2009

PATOLOGIA SK 3 - LA PERSONALITÀ PSICOTICA

Da un certo punto di vista le altre due patologie riscontrate giacciono agli estremi opposti del campo di ricerca. La psicosi è infatti una vera e propria malattia mentale che prevede seri disordini mentali nei pensieri e nelle emozioni.
Le psicosi a noi più conosciute sono le varie forme di una stessa malattia chiamata schizofrenia che ha come caratteristica, come sottolinea Kellerman, la disintegrazione, non la scissione della personalità.
Gli psicotici rappresentano l'uno-quattro per cento in ogni società sociologicamente studiata e soffrono di una distorsione dei pensieri e delle percezioni che li porta ad avere spesso allucinazioni e credenze ed interpretazioni della realtà personali basate sulle stesse distorsioni.
E' largamente diffusa e quasi universalmente approvata la convinzione che questo genere di sintomatologie abbiano origine biologica e non socio-psicologica.
Altre caratteristiche salienti sono l'estrema chiusura in se stessi (un esempio su tutti , l'autismo) dei soggetti affetti, impoverimento del linguaggio e del pensiero, e molto più spesso di quello che si pensi, alti livelli di ansia e/o di depressione.
L'altro primario disordine appartenente a questa categoria sono le sindromi maniaco-depressive. Anche queste di origine quasi certamente biologica, si presentano come un continuo oscillare di umore che passa da fasi di acuta depressione a fasi di iperattività cerebrale incontrollata. In poche parole la psicosi è quello che comunemente intendiamo quando usiamo il termine "pazzia".

PATOLOGIA SK 2 - PSICOPATIA

Questa patologia si adatta quasi perfettamente alle caratteristiche più diffuse del criminale organizzato.
La psicopatia è diagnosticata nel 33 per cento dei criminali reclusi degli Stati Uniti. Per la definizione ci rifacciamo al libro dello psichiatra J.Reid Meloy che la definisce come una personalità che incorpora tratti di narcisismo aggressivo con un preponderante comportamento antisociale ripetuto. Questi individui hanno storie personali di continui tentativi di costruzione di un'immagine positiva di se all'interno di un ambiente ostile e che li costringe a rifugiarsi in se stessi.
Hare, nella sua "Hare' s Psychopathy Checklist" include tra I tratti distintivi di questa personalità i seguenti:

1. Manie di grandiosità accompagnate da forti complessi di inferiorità e castrazione
2. Continuo bisogno di stimoli
3. Mentire patologico
4. Tendenza all'imbroglio e alla manipolazione
5. Scarso controllo del proprio comportamento
6. Mancanza di rimorso o sensi di colpa
7. Problemi del comportamento fin dalla giovane età
8. Completa mancanza di senso di empatia
9. Mancanza della capacità di avere e/o di concepire obiettivi a lungo termine
10. Impulsività
11. Irresponsabilità
12. Mancanza di accettazione della responsabilità delle proprie azioni
13. Molte relazioni affettive brevi
14. Delinquenza giovanile
15. Versatilità criminale

Lo psicopatico è di solito molto violento, e la condotta aggressiva mostra una tendenza ad aumentare fino a che il soggetto raggiunge uno stato di relativa pace all'età di cinquanta anni circa.
E' genericamente considerato intrattabile ed inguaribile. Una caratteristica dei serial killers psicopatici è che la violenza tende ad essere predatoria e principalmente (se non unicamente) rivolta verso sconosciuti. La violenza è pianificata, priva di emozioni, cieca e determinata. Sessualmente i serial killers sono ipostimolati, da qui la tendenza, come in altri campi della loro vita, a ricercare continui stimoli. In una relazione cercano la soddisfazione egoistica, non la reciprocità dei sentimenti.
Per questo, lunghe relazioni amorose sono quasi sempre escluse a causa della tendenza a considerare l'altro soltanto come un mezzo, un oggetto, e non una persona. E' stata anche evidenziata una netta propensione dello psicopatico per il sadismo.
Jonathan Kellerman nel suo libro "Savage Spawn" propone un'ulteriore distinzione fra gli psicopatici, in particolare mette in evidenza due aspetti diversi : l'aspetto impulsivo, con mancanza di auto controllo, mancanza di risposta alla minaccia di punizioni a lungo termine e alti livelli di ricerca continua di sensazioni forti, e l'aspetto interpersonale, con esagerato egoismo e stima di se, mentire patologico, cattiveria e mancanza di emozioni e di scambi affettivi.

PATOLOGIA SK 1 - A.P.D.

Come prima cosa, quando si parla di Serial killer, nella sua accezione più classica di assassino sessuale la diagnosi è quasi sempre di psicopatico o sociopatico, o in termini correnti affetto da A.P.D., Antisocial Personality Disorder o Disordine da Personalità Antisociale.
Il "Diagnostic and Statistic Manual " della "American Psychiatric Association" considera costitutivi di questa diagnosi i seguenti criteri:

A- Continuo disinteresse a proposito o violazione dei diritti degli altri, in corso dall'età di 15 anni la cui diagnosi comprenda almeno tre dei seguenti punti:

1. Mancata conformazione alle norme sociali
2. Falsità e tendenza all'inganno indicata da ripetute menzogne, uso di nomi falsi, imbroglio di altre persone per profitto personale
3. Impulsività o impossibilità di pianificare in anticipo
4. Irritabilità ed aggressività
5. Totale disinteresse per la sicurezza o la salute altrui
6. Incapacità di sostenere continuativi rapporti di lavoro o sociali
7. Mancanza di rimorso, indifferenza, e completa razionalizzazione
personale dopo aver derubato , ferito o danneggiato un'altra persona

B- L'individuo ha almeno 18 anni.

C- Il riscontro di simili precedenti comportamenti antecedenti a detta età non è imputabile ad attacchi schizofrenici o maniaco-depressivi La maggior parte della popolazione che soffre di questo disordine della personalità è maschile.

1968 - LO STRANGOLATORE DI BOSTON

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di Richard Fleischer con Tony Curtis; Henry Fonda; George Kennedy.

La città di Boston è terrorizzata da un maniaco sessuale che strangola le donne dopo averle violentate con oggetti. Le indagini portano la polizia ad arrestare Albert De Salvo, un uomo che soffre di sdoppiamento della personalità e che è convinto di essere innocente.
Richard Fleisher dirige un poliziesco anomalo e intrigante, ispirato ad Albert DeSalvo, serial killer conosciuto come "lo strangolatore di Boston", che tra il 1962 e il 1964 uccise tredici donne. Il film è diviso in due parti ben distinte, di cui la prima è incentrata sulle gesta dello strangolatore e sulla città presa dal panico (efficace, in questo senso, l'uso dello split screen che sottolinea la difficoltà della polizia durante le indagini), mentre la seconda è più riflessiva e intenta a scavare nella mente sdoppiata di Albert De Salvo. Il tutto riportato con una brillante messa in scena impreziosita da tagli giornalistici, che ricordano documentari di cronaca nera. All'ottima regia e alla solida sceneggiatura si aggiunge una superba prova recitativa di Tony Curtis, calato in un ruolo non semplice, che ci offre eccellenti momenti di follia, in cui traspare un sottile velo di malessere e sofferenza. Regia, sceneggiatura, fotografia, bravura recitativa, raggiungono il loro picco nella sequenza in cui DeSalvo prende progressivamente coscienza della propria pazzia e si rende conto di essere "lo strangolatore di Boston"... ripreso mentre viene assalito dalle sue paure, mimetizzato in una stanza vuota come la sua anima e bianca come i suoi vestiti. E' il momento migliore del film, il più intenso ed espressivo.
Lo strangolatore di Boston è tratto dall'omonimo romanzo di Gerold Frank, a sua volta ispirato a fatti realmente accaduti.

domenica 18 gennaio 2009

Il caso del serial killer dei conigli


In Germania, nella valle della Ruhr, più di quaranta animali uccisi

Al caso hanno dato il nome "Bunny murders", letteralmente "gli omicidi dei coniglietti". Ma cartoni animati e peluche non c'entrano nulla purtroppo.

Nella valle della Ruhr, in Germania, un serial killer di animali entra nei giardini delle ordinate abitazioni locali e massacra senza pietà i conigli domestici: dalla scorsa estate le vittime sarebbero oltre 40.

Sono tanti i proprietari di animali domestici in quest'area che circonda Dortmund. Principalmente conigli, allevati per competizioni o tenuti come animaletti da compagnia, raramente destinati a finire in tavola come parte di piatti saporiti.
Ora sono tutti terrorizzati. Questa serie di crimini, già odiosi, si porta infatti dietro un bagaglio di preoccupazioni ancora più gravi: la paura che il serial killer dei coniglietti, assaporato il piacere di uccidere, il gusto nella sopraffazione e il potere di dare la vita e la morte, possa cominciare a prendere di mira gli uomini, una possibilità tutt'altro che remota.

La modalità seguita dal killer è un rito di rarà brutalità: teste decapitate, sangue prosciugato, zampe mozzate lasciate davanti alle porte delle abitazioni. I delitti avvengono quasi sempre di notte. L'ultima risale a domenica scorsa.

Una vicenda simile era già accaduta nella Bassa Sassonia, dove in pochi mesi nel 1999 erano stati ammazzati più di quaranta cavalli, ritrovati quasi sempre decapitati. Anche allora, secondo le forze dell'ordine, era stata una mano sola a colpire. Ma nessuno è mai stato incriminato.

Gli inquirenti sospettano che dietro a questi fatti ci possa essere la pista delle sette sataniche. Uno degli animali è stato infatti trovato in una bara da bambino, avvolto in un vestito di velluto rosso.

Le forze dell'ordine ammettono però che le indagini sono in alto mare. Sono stati sentiti più di trecento proprietari di animali e fino ad ora non è stato trovato nemmeno un testimone.
Sono stati raccolti anche dei campioni di DNA per cercare qualsiasi informazione utile, ma per ora non ci sarebbero stati riscontri.

Il profilo del killer elaborato dagli inquirenti è quello di un solo uomo, o di una piccola squadra molto organizzata, che conosce bene il posto e potrebbe scegliere le sue vittime con Google Earth, il servizio di mappe on line fornito da Google.
Sul serial killer dei conigli pende una taglia di 2.500 euro offerta da alcune associazioni animaliste.

Ergastolo al serial killer della scacchiera



Pronunciato a Mosca il verdetto contro Aleksandr Pichushkin, il serial killer della scacchiera

Mosca 29 ottobre - Aleksandr Pichushkin, il trentatreenne serial killer della scacchiera (chess board serial killer), è stato condannato all'ergastolo, ma non ha perso per questo le sue manie di onnipotenza e la propria sfacciataggine.

Alla lettura della sentenza, accolta glacialmente, l'imputato ha infatti risposto al giudice che gli chiedeva se avesse sentito: "non sono mica sordo!".

48 sono gli omicidi di cui è stato ritenuto colpevole l'omicida seriale, ma lui ne rivendica sempre 60 e ribadisce che voleva raggiungere quota 64, come le caselle del gioco degli scacchi.

La condanna al massimo della pena, intanto, non soddisfa i familiari delle vittime: la madre di una donna uccisa afferma che "soltanto la pena di morte potrebbe darmi un po' di sollievo. Ma in Russia non c'è". Attualmente nella Federazione è in vigore una moratoria sulla pena capitale, ma l'efferatezza dei crimini commessi da Pichushkin ha accesso feroci dibattiti, anche per via dell'atteggiamento dell'uomo, che si dice non pentito e si paragona a Dio per aver potuto, "da solo", disporre di 60 vite.

La linea della sua difesa che aveva sostenuto la tesi dell'infermità mentale, in ogni caso, non è fortunatamente passata e per il tribunale la parola definitiva è stata: "Ergastolo, nessuna attenuante".

In carcere, adesso, Pichushkin avrà di certo tempo a volontà per riflettere sul proprio operato, resta da vedere se vorrà ravvedersi. Francamente, ci pare davvero cosa improbabile.

Robert K. Ressler

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Criminologo e Direttore del Forensic Behavioral Services in Virginia, organizzazione dedicata al training, alla consulenza in ambito di testimonianze. Ressler is an expert idel crimine violento , in particulare nell’area area degli omincidi a seriali a sfondo sessuale. Specialista in criminologia, personalità criminale, profiling & analisi della scena del crimine violento, omicidi, aggressioni sessuali, negoziazione di ostaggi.
I libri di Ressler e le esperienze sul campo sono stati l'ispirazione per molti libri creati da Mary Higgins Clark ed altri autori, oltre che per produzioni cinematografiche come Red Dragon,
il Silenzio degli innocenti, Copycat e di X files. Ressler ha testimoniato come esperto nella testimonianza in importanti casi civili e criminali. Consulente per agenzie di applicazione di legge, università, produttori, televisione. Ressler ha servito l'esercito di Stati Uniti, dieci anni nella guerra del Vietnam. Ha servito nella polizia militare da ufficiale criminale di ricerca (CID), con le sedi di ordine dell'esercito CID a Washington. È andato in pensione al livello di colonnello con 35 anni di servizio.

Progetto a cura di Chiara Migliorini e Martina Suriano.